Archivio mensile:Febbraio 2008

Prevenire le malattie cardiovascolari. Rappresentano la prima causa di mortalita’

Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (OMS), nei Paesi occidentali circa il 50% del totale dei decessi e’ connesso ad una patologia del cuore; il dato, tradotto in cifre, corrisponde a circa 17 milioni di morti/anno (OMS 1998).

Le proiezioni epidemiologiche per il futuro non sono peraltro molto positive: l’OMS ha previsto che da qui al 2020 vi sara’ un incremento di circa 250.000 morti all’anno per malattie cardiovascolari anche nei Paesi che sino a poco tempo fa venivano considerati meno a rischio ossia quelli economicamente meno sviluppati.

Anche in Italia le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte e risultano essere per frequenza, numero di decessi e costi socio-economici, 2-3 volte piu’ gravi e pericolose rispetto alle patologie tumorali.

Ogni anno, nella popolazione italiana, si registrano circa 250 mila morti per cause cardiache e si verificano circa 100 mila casi di infarto miocardico, di cui un terzo letali (dati Istat 1995). Sebbene il rischio cardiovascolare interessi soprattutto le fasce piu’ anziane della popolazione, si stima che circa il 30% dei decessi per malattie cardiovascolari in Italia colpisca persone al di sotto dei 74 anni (f.f. redazione MinisteroSalute.it).

I numeri e le cifre dimostrano che le malattie cardiovascolari rappresentano uno dei problemi di salute pubblica piu’ importanti in tutto il mondo. Esse definiscono un insieme di patologie che riguardano cuore e sistema circolatorio (vasi sanguigni come vene, arterie etc.). Le malattie cardiovascolari comprendono l'”infarto miocardico” o attacco di cuore, l’angina, l’ictus, le vasculopatie periferiche e l’evento trombotico (occlusione di un vaso sanguigno dovuto alla presenza di un trombo o coagulo di sangue).

Le malattie cardiovascolari sono spesso il risultato di un processo patologico a lungo termine (aterosclerosi) che culmina in un evento acuto. L’aterosclerosi si forma a seguito dell’accumulo, sulle pareti interne delle grosse e medie arterie, di colesterolo, TRIGLICERIDI e detriti cellulari.
L’aumento nelle dimensioni di tali depositi, nel tempo, determina la riduzione del lume delle arterie le cui pareti possono subire alterazioni strutturali, ispessimenti e perdita di elasticita’.

In tali condizioni, il cuore o gli organi irrorati dall’arteria ostruita cominciano a soffrire di carenze di sangue ed ossigeno. Nel caso in cui l’ostruzione sia completa si ha una “ischemia” ovvero morte del territorio irrorato dall’arteria. Ad esempio, se l’organo non raggiunto dal sangue e’ rappresentato dal cuore si verifica il temibile infarto. Sebbene l’aterosclerosi e la formazione di trombi rappresentino le cause dirette o indirette della maggior parte degli infarti e delle malattie cardiovascolari, la ricerca scientifica non e’ ancora riuscita a fare piena luce sulle cause che ne inducono la formazione.

Le patologie cardiovascolari sono infatti malattie ” multifattoriali” che prevedono il coinvolgimento di molteplici elementi, definiti “fattori di rischio”. Alcuni di essi non possono essere modificati, come la familiarita’ per malattie associate all’aterosclerosi, l’eta’ e il sesso maschile.

Per altri fattori di rischio esiste invece la possibilita’ di poter intervenire in modo attivo e in prima persona (fattori modificabili). I fattori modificabili sono rappresentati da iperlipidemia (colesterolo TRIGLICERIDI e  elevati), diabete, ipertensione, fumo, obesita’, stress e sedentarieta’. Studi epidemiologici hanno dimostrato che la presenza contemporanea di due o piu’ fattori di rischio determina un incremento nell’incidenza di patologie cardiovascolari decisamente superiore alla somma potenziale dei singoli fattori (effetto sinergico). Inoltre non tutti i fattori di rischio hanno un “peso” equivalente. In particolare la quantita’ di colesterolo circolante nel sangue riveste un ruolo molto importante nella genesi di queste malattie.

Le piu’ recenti indagini scientifiche hanno posto in risalto che piu’ elevati sono i livelli plasmatici di colesterolo LDL (LDL= lipoproteine a bassa densita’ o colesterolo cattivo), maggiore e’ la frequenza degli incidenti cardiovascolari. Recenti analisi, infine, hanno dimostrato che un elevato tasso ematico di TRIGLICERIDI , in associazione a bassi valori di colesterolo HDL (il colesterolo buono), contribuisca all’incidenza delle malattie cardiovascolari. Il cambiamento dello stile di vita e dell’alimentazione rappresenta quindi la prima e piu’ importante strategia di prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Fonte: La Stampa 31-01-2003

>> Post più visto:
“Come ho ridotto i trigliceridi del 38%”